Prick test

Il Prick test è l’esame più comunemente utilizzato nella pratica allergologica per identificare sensibilizzazioni nei confronti di allergeni di diverso tipo (inalanti, alimenti, lattice). Si tratta di un test ad elevata sensibilità e specificità, utilizzato per determinare se una sostanza specifica provoca infiammazione allergica con meccanismo immediato ovvero mediato da IgE (immediate-type hypersensitivity o reazione di I tipo secondo la classificazione di Coombs e Gell). Il test comporta la penetrazione attraverso la cute di una quantità minima di allergene, adeguata a provocare una risposta specifica misurabile. Consiste nell’applicare, sulla super cie volare dell’avambraccio, una goccia di estratto allergenico e nel pungere perpendicolarmente la stessa con una lancetta sterile monouso. Si impiegano allergeni “standardizzati biologicamente” e generalmente si inizia con un panello standard di allergeni comuni di inalanti (acari, pollini, epiteli di animali, miceti, lattine) /o di alimenti (cereali, pesci e crostacei, frutta secca, latte e uovo) integrato con allergeni mirati che possono avere particolare rilevanza per il paziente, dopo aver raccolto un’anamnesi accurata. L’esecuzione del Prick test deve comprendere sempre la valutazione della risposta ad un “controllo positivo” (solitamente istamina 10 mg/ml in soluzione fisiologica glicerinata) e ad un “controllo negativo” (soluzione fisiologica glicerinata). La lettura del test avviene dopo 15 minuti, in alcuni pazienti con reattività cutanea più lenta si esegue la lettura a 30 minuti. L’immagine mostra un paziente diagnosi con rinocongiuntivite allergica con polisensibilizzazione per vari inalanti.

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